Forse non tutti
sanno che...
dopo un mese e mezzo
di navigazione in barca a vela per le belle isole sparse per il mar Egeo,
abbiamo scoperto alcune curiosità circa il quotidiano della vita a bordo di un’imbarcazione
di 45 piedi (ossia ca 13.5m di lunghezza).
Per esempio una
delle prime cose da saper gestire, è come andare in bagno. Il bagno a nostra
disposizione è piccolino, ma c'è tutto, doccia compresa, usando lo stesso
rubinetto del lavandino che ha un tubo prolungato che permette appunto di farsi
la doccia ed in più c’è una pompa manuale che permette di scaricare il wc . Fin
qui tutto ok!
Ma se si è
all'ancora in una bella baia dalle acque cristalline e uno deve andare in toilette,
iniziano i problemi... infatti tutto ciò che fai nell'intimità dell’angusto
vano, inesorabilmente esce allo scoperto, denunciando addirittura lo stato di
salute del tuo intestino. Dopo un'pò tutti si abituano, sia quelli che
fanno, che quelli che osservano
dall’esterno e, grazie poi ad un tempestivo intervento dei simpatici pesciolini
che nuotano attorno alla barca, in pochi minuti le acque ritornano ad essere
cristalline prive di tracce umane.
In porto, le acque
non sono più così cristalline pertanto i problemi si riducono drasticamente.
Ma se siamo in
navigazione, prima dell'uso del bagno si deve fare un vero e proprio check tipo
NASA. Innanzitutto si deve verificare se le valvole di scarico sono aperte o
chiuse e questo dipende dal tipo di navigazione a vela o a motore e se a vela
con quale andatura si sta navigando, poi verificare se il desalinizzatore (apparecchio
che filtra l’acqua di mare e la rende potabile)è in funzione poichè in tal
caso, per evitare di inquinare le acque che verranno filtrate, bisognerà
spegnerelo o usare l'altro bagno chiedendo il permesso al capitano. Ossia, tipo
di bisogno, dove e come espletarlo deve essere discusso in collaborazione con
il comandante ed il resto dell’equipaggio che per motivi di spazio è quasi
sempre presente al completo. Insomma quando tutte le variabili sono state
valutate e combinate in modo favorevole non resta che correre in bagno nella
speranza che non ci siano altri membri dell'equipaggio in prossimità del loco,
poichè i vani della barca sono separati da sottili pareti che non aiutano
affatto la privacy e tantomeno ad assorbire eventuali rumori molesti. Per
concludere vorrei rassicurare coloro che dopo aver letto queste righe hanno
deciso che non si imbarcheranno mai, infatti tutti o quasi tutti, dopo qualche
giorno di smarrimento superano tabù e vergogna e al motto di
“macchissenefrega”, liberano ciò che hanno dentro senza pensarci più.
Anche la colazione
che potrebbe sembrare un innocente gesto abituale, in barca richiede una certa
organizzazione e collaborazione.
Bisogna sapere
infatti che in barca tutti gli spazi devono essere sfruttati al meglio, per ciò
quello che serve alla preparazione della propria colazione può trovarsi sparso
in diversi locali. Il latte ok è in frigo, ma per esempio i cereali ed i
biscotti già si trovano nella cabina di uno dell’equipaggio e quindi va
svegliato per prenderli. Per fare un
caffè bisogna che sia sveglio quello che dorme nella sala o quadrato e se si è
salutisti e si opta per una semplice frutta bisogna svegliare il sottoscritto e
la moglie per ritirare una banana o una mela proprio dai cassetti sistemati
sotto il nostro letto. Capito? Per una colazione completa bisogna svegliare
dalle 5 alle 6 persone, sperare nel buon umore mattutino di ciascuno e voilà la
colazione è servita.
Ma la vera prova di
pazienza avviene durante la navigazione a vela. La vela è meravigliosa quando
funziona ossia quando c’è vento, ma quando è debole, troppo forte, cambia o non
soffia gentilmente nella direzione desiderata è un casino.
Parliamo solo delle
due vele principali la randa e il fiocco o genoa. Sono solo due, ma il lavoro
che danno è impressionante. Esempio: hai appena aperto e issato le tue belle
vele e ti sembra che sarà una gita di piacere, quando improvvisamente si
ammosciano entrambe… allora inizi le più svariate e creative regolazioni, ma
niente la barca è ferma, quasi alla deriva. Allora dopo qualche consultazione a
malincuore si decide di chiudere tutto e andare a motore. Tutti all’opera:
lasca, cazza, avvolgi, chiudi, raccogli e organizza le cime. Appena finito di
sistemare tutto, giusto il tempo di guardarsi in faccia un’po’ sudaticci e come
per incanto incomincia a soffiare quel bel vento che ti aveva mollato una
mezz’ora prima. Che cavolo?!? Un
espressione di stupore e incazzatura scolpisce i volti dei membri dell’equipaggio
che si sente anche un’po’ preso per il culo da Eolo in persona. Cosa si fa? Ci
si arrende al vil motore o si riprova a vela? Si susseguono lunghe
consultazioni pretesto per riposare qualche minuto e alla fine indotti dal
sangue velista che scorre in ciascuno, ci si arma di buona volontà e si
ricazza, rilasca, riapre, riregola e
rispera… ma questa volta il signor Eolo aiuta e per qualche miglio si naviga
felici, fino a che… ora sembra che il vento stia rinforzando un’po’ troppo, con
la superficie velica massima la barca incomincia ad inclinarsi eccessivamente.
Cosa fare? L’unica è
ridurre le vele… e riricazza, ririlasca, rriririduci il fiocco riduci la randa
cazza apri e chiudi gli stopper fai su le cime riorganizza tutto…
Ok, ora si veleggia
veloci e felici fino alle prossime decisioni dei signori Eolo e Nettuno…infondo
sono loro che comandano il gioco, se ti piace è così!
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