domenica 30 giugno 2013

BARCA A VELA: ISTRUZIONI PER L'USO





Forse non tutti sanno che...

 

dopo un mese e mezzo di navigazione in barca a vela per le belle isole sparse per il mar Egeo, abbiamo scoperto alcune curiosità circa il quotidiano della vita a bordo di un’imbarcazione di 45 piedi (ossia ca 13.5m di lunghezza).

Per esempio una delle prime cose da saper gestire, è come andare in bagno. Il bagno a nostra disposizione è piccolino, ma c'è tutto, doccia compresa, usando lo stesso rubinetto del lavandino che ha un tubo prolungato che permette appunto di farsi la doccia ed in più c’è una pompa manuale che permette di scaricare il wc . Fin qui tutto ok! 
Ma se si è all'ancora in una bella baia dalle acque cristalline e uno deve andare in toilette, iniziano i problemi... infatti tutto ciò che fai nell'intimità dell’angusto vano, inesorabilmente esce allo scoperto, denunciando addirittura lo stato di salute del tuo intestino. Dopo un'pò tutti si abituano, sia quelli che fanno,  che quelli che osservano dall’esterno e, grazie poi ad un tempestivo intervento dei simpatici pesciolini che nuotano attorno alla barca, in pochi minuti le acque ritornano ad essere cristalline prive di tracce umane.     

In porto, le acque non sono più così cristalline pertanto i problemi si riducono drasticamente.
Ma se siamo in navigazione, prima dell'uso del bagno si deve fare un vero e proprio check tipo NASA. Innanzitutto si deve verificare se le valvole di scarico sono aperte o chiuse e questo dipende dal tipo di navigazione a vela o a motore e se a vela con quale andatura si sta navigando, poi verificare se il desalinizzatore (apparecchio che filtra l’acqua di mare e la rende potabile)è in funzione poichè in tal caso, per evitare di inquinare le acque che verranno filtrate, bisognerà spegnerelo o usare l'altro bagno chiedendo il permesso al capitano. Ossia, tipo di bisogno, dove e come espletarlo deve essere discusso in collaborazione con il comandante ed il resto dell’equipaggio che per motivi di spazio è quasi sempre presente al completo. Insomma quando tutte le variabili sono state valutate e combinate in modo favorevole non resta che correre in bagno nella speranza che non ci siano altri membri dell'equipaggio in prossimità del loco, poichè i vani della barca sono separati da sottili pareti che non aiutano affatto la privacy e tantomeno ad assorbire eventuali rumori molesti. Per concludere vorrei rassicurare coloro che dopo aver letto queste righe hanno deciso che non si imbarcheranno mai, infatti tutti o quasi tutti, dopo qualche giorno di smarrimento superano tabù e vergogna e al motto di “macchissenefrega”, liberano ciò che hanno dentro senza pensarci più.

 

Anche la colazione che potrebbe sembrare un innocente gesto abituale, in barca richiede una certa organizzazione e collaborazione.
Bisogna sapere infatti che in barca tutti gli spazi devono essere sfruttati al meglio, per ciò quello che serve alla preparazione della propria colazione può trovarsi sparso in diversi locali. Il latte ok è in frigo, ma per esempio i cereali ed i biscotti già si trovano nella cabina di uno dell’equipaggio e quindi va svegliato per prenderli.  Per fare un caffè bisogna che sia sveglio quello che dorme nella sala o quadrato e se si è salutisti e si opta per una semplice frutta bisogna svegliare il sottoscritto e la moglie per ritirare una banana o una mela proprio dai cassetti sistemati sotto il nostro letto. Capito? Per una colazione completa bisogna svegliare dalle 5 alle 6 persone, sperare nel buon umore mattutino di ciascuno e voilà la colazione è servita.

 

Ma la vera prova di pazienza avviene durante la navigazione a vela. La vela è meravigliosa quando funziona ossia quando c’è vento, ma quando è debole, troppo forte, cambia o non soffia gentilmente nella direzione desiderata è un casino.
Parliamo solo delle due vele principali la randa e il fiocco o genoa. Sono solo due, ma il lavoro che danno è impressionante. Esempio: hai appena aperto e issato le tue belle vele e ti sembra che sarà una gita di piacere, quando improvvisamente si ammosciano entrambe… allora inizi le più svariate e creative regolazioni, ma niente la barca è ferma, quasi alla deriva. Allora dopo qualche consultazione a malincuore si decide di chiudere tutto e andare a motore. Tutti all’opera: lasca, cazza, avvolgi, chiudi, raccogli e organizza le cime. Appena finito di sistemare tutto, giusto il tempo di guardarsi in faccia un’po’ sudaticci e come per incanto incomincia a soffiare quel bel vento che ti aveva mollato una mezz’ora prima. Che cavolo?!?  Un espressione di stupore e incazzatura scolpisce i volti dei membri dell’equipaggio che si sente anche un’po’ preso per il culo da Eolo in persona. Cosa si fa? Ci si arrende al vil motore o si riprova a vela? Si susseguono lunghe consultazioni pretesto per riposare qualche minuto e alla fine indotti dal sangue velista che scorre in ciascuno, ci si arma di buona volontà e si ricazza,  rilasca, riapre, riregola e rispera… ma questa volta il signor Eolo aiuta e per qualche miglio si naviga felici, fino a che… ora sembra che il vento stia rinforzando un’po’ troppo, con la superficie velica massima la barca incomincia ad inclinarsi eccessivamente.
Cosa fare? L’unica è ridurre le vele… e riricazza, ririlasca, rriririduci il fiocco riduci la randa cazza apri e chiudi gli stopper fai su le cime riorganizza tutto…
Ok, ora si veleggia veloci e felici fino alle prossime decisioni dei signori Eolo e Nettuno…infondo sono loro che comandano il gioco, se ti piace è così!          

 

 

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